Siamo tutti sconvolti dall’orrore per quanto avvenuto a Manchester. Uno strazio ancora più grande se si è genitori, perché vedere dei ragazzi e dei bambini strappati alla vita in quel modo, porta subito a pensare ai tuoi figli. Senti questo dolore nella carne e nell’anima, senza nulla togliere – beninteso – alle tragedie a cui ci stiamo abituando nelle varie parti del mondo, con caduti indifesi per mano di terroristi o di violenti armati dall’industria miliardaria della guerra (e non è retorica).

Leggo spesso quanto viene scritto sul sito cattolico conservatore La nuova Bussola Quotidiana, diretto dal mio ex collega Riccardo Cascioli. Quasi sempre non condivido, ma lo prendo come esercizio di democrazia, cercando di capire o di farmi un’idea su alcuni problemi (anche se, seguendo la loro linea di pensiero, io quasi sicuramente non sono né cristiano né cattolico, giusto perché ne siate edotti e consapevoli). Tuttavia ciò che ha scritto su quest’ultimo attentato in Inghilterra l’arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio Luigi Negri (discepolo di don Giussani e di Comunione e liberazione, non certo in sintonia con Papa Francesco) mi ha irritato profondamente: è una lettera scritta ai «poveri figli della società che non riconosce il Male».

Ha un fondamento ragionare sulla mancanza di senso che oggi alberga ovunque, di fronte alla morte come alla vita.

Ma perché dire «figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto», perché essere così certo che i loro genitori, di fronte ai loro problemi esistenziali, avevano pronta soltanto una bella «seduta psicanalitica»? Bene che preghi per loro, ma perché essere così sicuro e sprezzante nel dire che sono stati messi al mondo con due grandi princìpi, e cioè «che potete fare quello che volete perché ogni vostro desiderio è un diritto» e «l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo»?

Che ne sa sua eccellenza reverendissima di quei genitori e di quei ragazzi?

Che ne sa di quel dolore, di quelle famiglie e dei valori che vivevano? Perché bollarli di una «vita sprecata», per colpa se non loro (bontà sua) degli adulti che li hanno allevati? Forse perché erano a un concerto? Io trovo insopportabile, caro monsignor Negri, questo stile: è fuori dal mondo, violento e irrispettoso. Mi sembra spavaldo, supponente, senza alcuna seria motivazione, se non in un problema di relazione (con se stesso, con gli altri, con la società). Una piccola, meschina e vergognosa bottega degli orrori pastorali, altro che una Chiesa accogliente e in mezzo agli uomini. Se è questo il modello di cristianesimo che i veri, o presunti tali, custodi della autentica tradizione di Santa Romana Chiesa ritengono di dover difendere, ecco, che sparisca pure (e in fretta) tutto questo dal nostro Occidente e dal nostro orizzonte. Libera Nos Domine.

Ps: aggiungo, dopo l’ampia discussione creata da queste mie riflessioni, il link alla lettera aperta che il teologo Andrea Grillo ha postato in merito a quanto scritto da monsignor Negri. La trovate cliccando qui. Riesce a entrare ancora meglio in argomento di quanto non abbia fatto io.

42 COMMENTI

    • Guardi, io capisco che si debba riflettere sulle derive della nostra società. Ma un conto è un ragionamento generale, un conto è strumentalizzare (come fa il vescovo) questa situazione. Io ho provato indignazione a prescindere: come può giudicare quelle famiglie, quei ragazzi e quei genitori che manco conosce? Suvvia, siamo seri: e se per un qualsiasi motivo tra quei ragazzi ci fossero suoi/nostri figli o nipoti, lei, Luigi, direbbe lo stesso “monsignor Negri ha ragione ma il singolo va salvato”?

  1. Bell’esempio di “misericordioso”, signor Francesco Antonioli. Penso che per difendere il Papa e Santa Madre Chiesa un attacco del genere ad un Vescovo sia veramente fuori luogo. Le consiglio un bell’esame di coscienza. Ovviamente le dico queste parole in spirito di carità cristiana, consapevole di essere io per primo peccatore e di aver bisogno del perdono di Dio.

    • Caro Dal Bon, iniziamo dalle parole. Lei in un suo post su Facebook dice che io uso parole di dileggio (sic) nei confronti di monsignor Negri. Secondo il Devoto-Oli dileggio significa “derisione, scherno, atto di beffa”. Non è così. Si tratta di indignazione e di biasimo. Un conto è ragionare sulla società e avere opinioni, teorie, analisi; un conto è permettersi di dire – lei ha letto con attenzione la lettera? – che questi poveretti conducevano una “vita sprecata”. In base a quali fatti sua eccellenza sostiene questo argomento? Io ritengo che gli uomini di Chiesa non debbano parlare a vanvera, lo dico convinto, sapendo che la misericordia è un esercizio difficile sul crinale della verità, della carità e del rispetto. Spero che oltre Manica non arrivi quella lettera. Lei ha figli? Non penso, ipotizzando che sia giovane dal suo volto. Ma immagini un genitore, che magari ha cercato di educare al meglio un figlio o una figlia che poi è stato ucciso in quel modo, come si sentirebbe? La Chiesa è piena di sante persone, ma anche di molte che feriscono, perché disconnesse dalla realtà. Non lamentiamoci se le parrocchie sono vuote. Nella consapevolezza di essere io per primo un terribile peccatore, le domando: lei, su che pianeta vive?

      • Buongiorno, signor Antonioli, vorrei esprimerle la mia condivisione a quello che lei ha scritto. Non ho letto la lettera di monsignor Negri, ma da quello che lei commenta ho intuito che la “vita sprecata” sarebbe quella dei giovani che erano al concerto. Sono padre di due ragazzi di 17 e 18 anni e ho pianto quando ho saputo dell’attentato. … Perchè potevano esserci i miei figli a quello a a un altro concerto. Siamo una famiglia impegnata in attività parrochhiali , i figli sono scout dall’età di 6 anni . Dovrei definire la loro una “vira sprecata” perchè vanno a un concerto? Un uomo di chiesa deve fare attenzione a quello che dice perchè non è una persona qualsiasi e ci vuole poco a far allontanare la gente dalle parrochhie e dalla chiesa in generale. Adesso bisogna tacere ed essere vicini con la preghiera, con la commozione , compatire (in spagnolo “compartir” ) e riflettere che le generazioni future edevono essere malgrado tutto ottimiste, perchè il tentativo di questi terroristi è disumanizzare il futuro dei nostri figli… Grazie e saluti

        • Grazie a lei per il suo contributo. Io e mia moglie abbiamo quattro figli, due ragazze sono state scout, sono impegnati anche nel volontariato, e ogni tanto vanno a qualche concerto. Ho avuto anche io la sua stessa reazione. Concordo sul silenzio e sul pensare positivo (specie per le generazioni future). Comunque, se può, la legga quella lettera. Cliccando sul metatesto evidenziato in grassetto la può vedere integralmente. Un caro saluto.

    • Uh, ma che attaccabrighe che siete! Guardi, Cristina, sì, mi sembrano toni maturi. Sa che cosa le dico? Darei la vita perché monsignor Negri possa esprimere le sue idee. Ma altrettanto liberamente e senza soggezione clericale desidero esprimere le mie. L’importante è non trasformare le idee in ideologia, sennò non ne usciamo. Il confronto deve consentire un passo avanti a tutti, diversamente si costruiscono dei muri. La saluto caramente.

  2. Se i libera nos domine dalla supponenza di chi commenta con acribia un articolo fatto con il cuore, che ha commosso tanti sul web (e non di CL). Libera, libera nos domine da chi ha bisogno di trovare lo scontro per farsi bello agli occhi del mondo. Ed anche in fretta. Domani, magari.

    • Nessuna supponenza e nessuna acribia, cara Silvia. Francamente, mi creda, non ho proprio necessità alcuna di farmi bello agli occhi del mondo (e dove poi?). A me non ha commosso quella lettera, ma mi ha ferito e indignato profondamente. Posso esprimere i miei sentimenti e miei ragionamenti?

  3. Gentile Antonioli (che leggo anche io spesso per caritá cristiana e forma basilare di democrazia) si tenga i peluche e i nastrini con le orecchie di coniglio e la cerimonia interreligiosa fondata sul nulla. Io non ci credo piú, almeno dai tempi del terrificante funerale pop di lady Diana. Il livello è quello.

    • Nessuno la obbliga a leggermi, siamo in democrazia fino a prova contraria. Però vede dove si sragiona? Il punto che non funziona non è il ragionamento su una società che non ha fondamenti o sulla paccottiglia emozionale, ma attribuire a ragazzi morti e famiglie nel dolore – senza assolutamente conoscerli – disvalori o una “vita sprecata”.

  4. Ai difensori del vescovo Negri in quanto appartenente alla gerarchia ecclesiastica, da ferrarese, dico ke purtroppo Negri agisce sempre così: strumentalizza i fatti per dire ciò che pensa senza conoscere le situazioni e neppure le persone. Se al concerto fossero morti un gruppo di giovani di azione cattolica avrebbe detto le stesse cose perchè le persone non gli interessano, e la misericordia non gli appartiene.

  5. “Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra”. Posso dissentire sull’opinione fuori luogo e offensiva del vescovo, ma non posso accettare che pubblicamente gli si manchi di rispetto, al di là della sua persona rimane comunque consacrato di Dio. La madonna ha sempre parlato di loro come figli prediletti. Se sbagliano, meritano forse di essere “sputtanati”?

    • Nessuno manca di rispetto. Qui siamo nel campo delle opinioni. E nessuno intende “sputtanare” un vescovo, ci mancherebbe. Ma se sostiene l’insostenibile ritengo che lo si possa dire eccome. Grazie per il suo contributo.

  6. Credo si stia facendo tanto rumore per nulla. Il vescovo si è lasciato andare a considerazioni giustissime sul declino morale della nostra società che sono sotto gli occhi di tutti. Ha solo sbagliato il luogo e il momento dando quasi l’impressione che l’orrendo massacro fosse il naturale corollario della dissolutezza a cui tanti giovani si abbandonano vittime più che protagonisti dei tempi difficili in cui viviamo.
    Non ha saputo cogliere una grande occasione che gli si offriva in quel momento. Quella di tacere e di limitarsi ad asciugare le lacrime di chi ha perso nella tragedia i propri figli.

  7. Gentile Antonioli ma è possibile che nel leggere il testo non si comprenda che «figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni come avevate vissuto» non significa che l’autore pensi che la vita e la morte di quelle persone fossero “senza senso” ma che il “senso” di quella vita e di quella morte non è stato adeguatamente spiegato e presentato prima di tutto a loro stessi dai loro adulti?
    Nel dialogo (almeno quello vero) è basilare che chi legge/dialoga COMPRENDA quello che viene detto

    • Caro monsieur Flambeau, le rispondo con pazienza e senza alzare la voce (lei lo sa che utilizzare il maiuscolo significa alzare la voce, vero?). Mi sembra che non ci sia peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Ho compreso perfettamente quello che viene detto ed è proprio questo che m’indigna: lei, come monsignor Negri, è dunque sicuro che i genitori di quei ragazzi assassinati non avevano spiegato ai loro figli, da adulti, il senso della vita e della morte? Cioè lei è assolutamente certo che in quelle famiglie non vi fosse alcun valore? Andiamo, suvvia.

      • Che bello il giochino dell’argomentazione “ad ignorantiam”. È lei invece sicuro, Monsieur Antonioli, che i genitori dei ragazzi uccisi avessero spiegato il senso della vita e della morte? È assolutamente certo che in quelle famiglie ci fossero dei valori?
        Quanto pensa si possa andare lontano argomentando a questo modo? Magari preferiamo presupporre che, al netto di smentite, la società odierna abbia generalmente solide fondamenta morali, spirituali e metafisiche. Se premettiamo ciò, sicuramente Negri avrebbe dovuto procedere prima ad argomentare come e perchè ritenga che la società attuale sia materialista ed edonista e solo poi avrebbe fatto bene a procedere nella critica agli attuali educatori. Se invece ci coglie il sospetto che “generalmente” la società odierna propugni materialismo ed edonismo allora forse forse Negri parte da una base abbastanza solida per procedere a quella che, chiaramente, è una generalizzazione. No?

        • No. Guardi, io pubblico i suoi commenti, ma non condivido una virgola del suo sproloquio. Mi sembrano riflessioni isteriche e assurde. Proprio perché non sono sicuro non giudico, ma le pare? Andiamo, non sia ridicolo. Spero che non si debba mai trovare in situazioni del genere con qualche vescovo o prete o laico cattolico che si mette a giudicarla. E smettetela, insomma. Monsignor Negri ha scritto oggettivamente male sulla questione. Un’occasione drammaticamente persa. Punto.

          • “No. Guardi, io pubblico i suoi commenti, ma non condivido una virgola del suo sproloquio”

            Liberissimo di non condividere. Meritevole nel pubblicare. Usare il termine “sproloquio” presuppone già quello che in retorica chiamano “avvelenamento del pozzo” ma tant’è, l’eleganza non è un obbligo.

            “Mi sembrano riflessioni isteriche e assurde”
            Sarebbe interessante capire perchè assurde (isteriche sinceramente non lo capisco e mi sembra gratuito ma gli aggettivi, si sa, stan bene in coppia)

            “Proprio perché non sono sicuro non giudico, ma le pare? ”
            Diciamo che il giudizio traspare dalla scelta del lessico (come visto sopra) esplicitare che “lei non giudica” è piuttosto comico e ha un forte retrogusto di cliché

            “Andiamo, non sia ridicolo”
            Il non giudicare è durato lo spazio di una frase di 10 parole…

            “Spero che non si debba mai trovare in situazioni del genere con qualche vescovo o prete o laico cattolico che si mette a giudicarla”
            Spero certamente di non trovarmici. Se mi ci trovassi sinceramente il parere dei “cattolici” sarebbe l’ultimo dei miei problemi. Posto questo: cosa c’entra? Cosa c’entra: spero che…ecc. ecc. L’argomento ricorda quello di chi chiama la Zanzara augurando a Parenzo che gli vadano a rubare in casa… abbastanza patetico, non trova? Se Negri ha ragione o a torto nella sostanza, non dipende certo dal fatto che la vittima sia un francese o un mio congiunto. No? Grazie comunque del pensiero delicato

            “Monsignor Negri ha scritto oggettivamente male sulla questione. Un’occasione drammaticamente persa. Punto”
            “oggettivamente” immagino sia alla faccia di chi non giudica! 🙂
            In retorica si chiama “petitio principii” ed è una fallacia logica

            Grazie dello spazio di libertà che graziosamente la signoria vostra concede con munifia misericordia ad un possibile caso da legge Basaglia come il sottoscritto

          • Pazienza, Flambeau, evidentemente non ci capiamo. La legge Basaglia è lei a citarla (una serena autodiagnosi?). Si lasci dire solo una cosa: lei è un attaccabrighe. Saluti cari.

  8. Leggendo la lettera di mons. Negri non percepisco nessun tipo di strumentalizzazione. La morte, così come il tema del male, coinvolge in maniera universale tutta l’umanità e in queste circostanze dolorose come l’attentato di Manchester la riflessione su ciò risulta ancor più impellente. Come negare che viviamo in una società vuota, dove il materialismo ci spinge a colmare tale vacuità con la finta ed effimera gioia data dai beni di consumo. Siamo i figli di un’epoca passata attraverso il secolo dei lumi e della razionalità, dell’annuncio nietzschiano della morte di Dio, eppure eccoci qui, dopo aver messo da parte il trascendente, a cercare rifugio negli astri, nelle religioni new age, nell’absurdum. L’uomo medievale di certo non avrà avuto la fortuna di disporre delle meraviglie tecnologiche odierne, ma era consapevole del senso che permeava il suo esistere, dal suo nascere al suo morire. Mons. Negri purtroppo non utilizza il termine “senso” nel suo scritto, ma è proprio su questo aspetto che deve confluire il discorso: solo una vita piena di senso può dare altrettanto senso alla morte! Tale evento è ahimè un tabù inconciliabile con il mito del progresso e del consumismo sfrenato. Eppure la ragione accompagnata dalla speranza, soprattutto in una prospettiva di fede, riesce a percepire nella morte la compiutezza della nostra vita terrena e l’apertura verso l’immortalità della persona, di cui intravediamo il quid ma il quomodo resta avvolto nel mistero. Tornando alle vittime di Manchester così come a quelle di ogni attacco terroristico è più che legittimo chiederci qual è stato il senso del loro vivere e del loro patire, anzi la domanda è ancor più urgente soprattutto se consideriamo che il loro morire è il frutto della barbara violenza presente in questo contemporaneo regime del terrore, fondato sul nichilismo e sulla perdita dei valori, tra cui quello sacro e inviolabile della vita. La Chiesa, e qui concordo con Antonioli, ha il dovere della misericordia e dell’accoglienza, ma non può venir meno nel denunciare la crisi esistenziale in cui viviamo, e ancor più tale denuncia deve avvenire nei momenti tragici in cui l’uomo avverte quel sentimento di terrore e smarrimento. O forse desideriamo una Chiesa che nasconda la testa sotto la sabbia, indifferente verso il vuoto esistenziale che attanaglia l’umanità? Del resto duemila anni fa lo stesso Cristo disse “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”. Ecco perché ritengo conciliabile il ruolo di una Chiesa vigile e attenta, che sappia dare una via e un senso all’umanità, e che allo stesso modo sia accogliente e misericordiosa. E infatti la stessa misericordia, se non inserita in un contesto valoriale e in una prospettiva ricca di senso, rischia di apparire anch’essa tanto ipocrita quanto sterile e infeconda.

  9. Per coerenza, ci aspettiamo una lettera di mons. Negri anche per tutte le piccole vittime innocenti dei bombardamenti di Aleppo. Oppure non sono “figli suoi”, quelli?

  10. Ecco, qui ce n’è per tutti:

    Da tutti gli imbecilli d’ ogni razza e colore,
    dai sacri sanfedisti e da quel loro odore,
    dai pazzi giacobini e dal loro bruciore,
    da visionari e martiri dell’ odio e del terrore,
    da chi ti paradisa dicendo “è per amore”,
    dai manichei che ti urlano “o con noi o traditore!”,
    libera, libera, libera, libera nos Domine!

  11. Pur conoscendo, almeno un po’, le posizioni radicali “antimoderniste”, cattoreazionarie … di mons. Negri, questa volta ho avuto l’impressione che abbia semplicemente avuto il sopravvento la sua galoppante vecchiaia. Per molti l’avanzare degli anni porta saggezza e tolleranza, per qualcuno solo chiusura al nuovo (qualunque nuovo) nell’illusorio ricordo di un’età dell’oro che non è mai esistita.
    Da una parte, anche se vescovo, se dice una sciocchezza è giusto correggerlo. Dall’altra, per carità cristiana, è forse meglio ignorarlo e non dargli troppa pubblicità.

  12. Grazie per queste parole. Da madre non posso che condividere lo sdegno nei confronti di chi strumentalizza questi figli (potrebbero tutti essere – anzi, sono – nostri figli) per portare avanti le proprie “crociate” contro il laicismo. Non ho letto un briciolo di misericordia, ma solo una carità pelosa che, mentre ipocritamente finge di essere partecipe, in realtà giudica. Chi dice al monsignore che i poveri genitori abbiano cresciuto senza valori quei ragazzi? Che ne sa lui della fatica di accompagnare i figli nel mondo e poi dello strazio di vederli morire in quel modo? Per fortuna la Chiesa non é tutta così, per fortuna la mano misericordiosa di Dio é con chi soffre

  13. Gentile Antonioli, scrive: “Spero che oltre Manica non arrivi quella lettera.” Mi pare evidente che la probabilità che un genitore di uno dei ragazzi uccisi nell’attentato legga La Nuova Bussola Quotidiana sia pari a zero. E che la lettera di Mons. Negri fosse una generalizzazione, sulla quale si può essere d’accordo o meno rivolta a “noi” che, infatti, ne stiamo discutendo.

  14. Io credo che un battezzato che abbia un minimo di cultura teologica e di spiritualità personale dovrebbe provare orrore per le parole di Mons. Negri. Da esse non si evince in nessun modo ciò che un pastore, anche se emerito, dovrebbe esprimere in una circostanza così tragica: pietà e amore. Invece Negri sfrutta la situazione per lanciarsi in ragionamenti che, oltre ad essere offensivi per i morti e i loro parenti, fanno di ogni erba un fascio e condannano la società occidentale in blocco in modo rozzo e poco argomentato. Considerati i precedenti del personaggio, viene seriamente da chiedersi come abbia potuto assurgere alla dignità episcopale. Comunque oggi l’intervento è scomparso dalla home page della NuovaBQ; forse il non mite Cascioli ha avuto un minimo di resipiscenza

  15. Quando ho letto la lettera in oggetto ho sperato fosse un fake, una bufala maldestra perfetta per spalare guano aggratis. Invece era vera. Mi sono vergognato come uomo e come credente. Grazie Francesco per la tua riflessione.

  16. Dissolutezza ? Vite inutili ? È così che vengono considerati dei bambini/ragazzi/adulti che vanno ad ascoltare musica live ? Credetemi, voi non avete nulla da invidiare alle religioni che tanto esecrate ?

  17. Caro Antonioli, ho stima per mons. Negri, ma questa sua lettera è un brutto scivolone, concordo con lei. Fare la morale alle vittime di un barbaro attentato terroristico è inopportuno e offensivo. E’ l’immagine di una Chiesa sconfitta che si sente ormai estranea rispetto all’umanità che giudica e condanna senza appello. Una Chiesa che si è arresa e batte in ritirata scuotendo la testa disgustata. Sono sicuro che Negri non si identifica con ciò che ha scritto e prova amore e affetto per quelle vittime e quelle famiglie. Il suo sfogo contro il nichilismo, il laicismo e il relativismo, seppur legittimo, giunge in questo contesto come un giudizio sprezzante su decine di cadaveri di giovani, colpevoli di aver trascorso una serata a un concerto pop. Se l’attentato fosse stato compiuto all’uscita di un concerto di Bach, cosa avrebbe scritto? Ci rendiamo conto della leggerezza di queste parole in un contesto di morte e disperazione? Davvero mi auguro che quando questo polverone sarà cessato abbia tempo e modo di spiegarsi meglio.

    • Caro Colagrande, grazie per questo contributo saggio ed equilibrato alla discussione che condivido in pieno. Bisogna sedimentare e metabolizzare. Mi rendo conto, per la eco social, di avere provocato qualche scossone con il mio post e, va da sé, non intendevo ferire nessuno, ma suscitare – appunto – una riflessione. Tuttavia, leggendo anche reazioni smodate e davvero fuori misura, sono convinto che la Chiesa – oggi più che mai nell’epoca del villaggio elettronico – debba avvertire fortissima la responsabilità delle parole e dei gesti. Questo non significa rinunciare ai propri princìpi o a indicare mancanza di valori là dove necessario, ma sapersi chinare sulle ferite del mondo con garbo e delicatezza, non come elefanti in un vaso di porcellane. E poi, mi sia consentito, credo poco alla scusante della “senilità”: se uno è ancora nell’esercizio delle proprie funzioni – come monsignor Negri – o viene dichiarato incapace di intendere e di volere o è pienamente responsabile di ciò che sostiene.

  18. Il male sta negli occhi di chi lo vede. Io spesso mi chiedo se la mia stessa esistenza abbia un senso e se morirò invano. Nelle morti cruente come un attentato o un incidente di auto o aereo mi chiedo sempre…perché sono state scelte quelle persone per morire in questo modo. Mons si sarà forse espresso male…non credo ci sia cattiveria nelle sue parole. Non ha senso morire ad un concerto come non ne ha per quei bambini in Egitto che ieri stavano andando ad un santuario. A tutto c è un perché ed un motivo forse a noi non comprensibile.
    Non possiamo giudicare la vita ne la morte di nessuno. Io da cattolico posso solo pregare perché i mali di questo mondo si plachino. E voi tutti invece di sentire sempre l esigenza di dire la propria opinione…credo che un Santo silenzio e la preghiera (in qualsiasi religione o filosofia si creda) sia molto più utile che non un dibattito. Tanto non cambia nulla ne per chi è dalla ragione ne chi non ne ha.
    Io forse invece di rispondere pubblicamente al monsignor vescovo avrei scritto privatamente e chiesto udienza per capire cosa intendesse ed eventualmente anche correggerlo. Non tutte le persone di Chiesa hanno ragione perché illuminate dallo spirito Santo. A volte proprio i Signori della Chiesa lo Spirito Santo non ci si avvicina.
    In conclusione… Pace e bene a tutti Voi. Non litighiamo. Nessun nervosismo. Preghiamo e cerchiamo di migliorare un po di noi per sperare che migliori un po questo strano e inumano mondo in cui siamo.
    Buona giornata a tutti.
    Roberto

  19. Le parole di quel “vescovo” sono disumane, ma soprattutto denotano una ottusità bigotta agghiacciante! Ma come si fa a rivolgersi alle vittime straziate di una strage, cercando di trasformarli in colpevoli? E colpevoli di cosa? Di essere andati ad un concerto? Ma questo monsignore è per caso Torquemada? Non si era mai visto tanto bigottismo ottuso di stampo medievale da parte di un “uomo di Chiesa” negli ultimi anni. A parte il fatto che ci sono anche preti e suore che amano la musica, e partecipano a concerti, (suor Cristina partecipò a Sanremo, come frate Cionfoli), ma come si permette questo personaggio di esprimere giudizi tanto sprezzanti su persone di cui nulla sapeva? Addirittura offenderli scrivendo che sono “vissuti inutilmente”! Magari alcuni di loro erano grandi scienziati in erba, persone che avrebbero arricchito il mondo con le loro scoperte e i loro studi. Mentre invece le parole orrende, spietate e disumane di questo “vescovo” dimostrano che davvero tutti gli anni che ha vissuto non gli sono serviti a nulla. Non solo, ha offeso anche i loro genitori, addirittura scrivendo che i loro figli erano forse “indesiderati”! Le parole orrende di questo individuo denotano una carica di integralismo intollerabile. Sono le stesse idee deliranti che negli ultimi anni hanno portato la Chiesa cattolica, a destra e a sinistra, con Bergoglio e con questi vescovi oscurantisti, a demonizzare tutto l’Occidente – ritenuto in blocco consumista e “relativista” – fino quasi a preferire la presunta “fede genuina” dei popoli islamici, mostrando timidezza e lassismo verso l’integralismo dei terroristi. Una vergogna!

    • Caro Albert, anche io sono indignato e l’ho scritto, ma trovo il suo commento fuori le righe. Ci sono stati post esagerati in proposito e che ho comunque pubblicato. Perché dovremmo tutti riflettere maggiormente sulla differenza che spesso corre (o scappa di mano?) tra identità personale e identità digitale. Siamo come siamo nella realtà o sul web diamo stura al peggio di noi? Questo è un aspetto che deve riguardare anche il nostro senso civico. L’altro aspetto concerne l’obiettività: non si può fare un minestrone generale della Chiesa, destra, sinistra, oscurantisti e non oscurantisti; si tratta di una realtà complessa, la Chiesa, dai mille volti, certo, ma spesso silenziosi, che operano per il bene di tutti, mi creda. Sulle idee, dall’immigrazione al consumismo, impariamo a discuterne e a parlarne senza eccessi. Le urla, da qualunque parte, non giovano a nessuno, soprattutto in questo momento. Anche le parole possono essere violente: quella lettera ai giovani di Manchester mi sembrava tale. Punto. Ma da qui a dire peste e corna di un monsignore ce ne passa. Almeno, io la vedo così. Alla prossima.

      • Lei mi ha scritto: “…dire peste e corna di un MONSIGNORE ce ne passa.” E perché? L’essere un monsignore rende forse questa persona immune da critiche e censure, rispetto ad un operaio, ad un impiegato, ad un ingegnere, ad un insegnante, ecc.? Ma scusi, lei si rende conto che proprio il fatto di essere un vescovo, e quindi una persona che dovrebbe PER PRIMA dare esempio di umanità, CARITA’ cristiana, compassione (= capacità di patire INSIEME) avrebbe dovuto indurre questo signore a pensare attentamente a ciò che scriveva? Ma come è possibile che lei non si renda conto che questo vescovo NON HA DETTO UNA SOLA PAROLA di esecrazione e condanna contro quell’animale fanatico islamico che si è fatto esplodere, lacerando le carni, e la vita di poveri ragazzi e delle loro famiglie? MA SI RENDE CONTO CHE QUEL MONSIGNORE HA FATTO PASSARE LE VITTIME PER COLPEVOLI, O NO?
        Ma se quelle parole le avesse dette ad uno dei suoi figli, lei cosa gli direbbe?
        Lei ora ha anche il coraggio di rimproverare me, perché sono indignato di fronte a un cumulo di abomini scritti da quella persona, anziché prendersela con lui!! E perché? Ah, perché è un monsignore! E cosa vuole che mi importi se è un monsignore o un imbianchino? Lei ha 4 figli. Sa quanti monsignori pedofili, stupratori di minori hanno scoperto in questi anni? Se uno dei suoi figli tornasse a casa e le dicesse che un monsignore l’ha sodomizzato cosa gli direbbe? “Ah, ma cosa dici? E’ un monsignore! Taci, non dire nulla!” Caro sig. Antonioli, perché non prova a prendere in mano un Vangelo, e non legge le parole – MOLTO PIU’ DURE DELLE MIE – che un certo Gesù Cristo riservava ai farisei ipocriti (i “monsignori” di allora)? “Razza di vipere, siete come i sepolcri che fuori sono imbiancati, ma che dentro sono pieni di ogni PUTREDINE”, e ancora: “E’ meglio per chi scandalizza uno di questi piccoli mettersi una MACINA AL COLLO e gettarsi in mare!” Ma vedo che lei – a differenza di Gesù Cristo – è perbenisticamente preoccupato perché l’autore di queste ripugnanti, offensive e disumane parole è un monsignore. Ma non si preoccupi, non la disturberò più, dal momento che anche lei qui sta cercando di difendere l’indifendibile. Ma prima di accomiatarmi per sempre da lei e dal suo blog, col quale preferisco non avere più a che fare, le suggerisco cortesemente di guardarsi intorno, e magari di leggere in rete, su Youtube e in altri siti, cosa ne hanno dette a questo “monsignore”, e allora vedrà che io mi sono espresso col massimo della sobrietà e continenza al confronto.
        Tanto le dovevo.

        • Pubblico appositamente la risposta ulteriore del signor Albert (che poi metterò nello spam anche se dice di volersene andare da questo blog, liberissimo peraltro, non mi offendo, promesso). In ogni caso volentieri potrò suggerire in privato all’ agitato lettore (ma quanti anni ha lei?) dei bravi psicoanalisti, deduco abbia qualche problema irrisolto. Detto questo, temo che lei sia l’esempio lampante di persona che sragiona, non legge, perché non ha letto nulla di ciò su cui esprime giudizi. Manifesta inoltre una rabbiosa maleducazione, sempre inaccettabile in qualsiasi confronto. Siamo messi molto male se andiamo su questi livelli. Curioso, giusto a latere, che mi stigmatizzi per aver difeso monsignor Negri, quando altri – rabbiosamente – mi hanno accusato del contrario. Lo vede, Albert, che se non si ascolta o – peggio – non si capisce, succedono dei pasticci? Trascorra un sereno week end, ne ha molto bisogno. Tanto le dovevo rispettosamente anche io.

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