Quello che penso sul grande urlare di questi giorni sulla famiglia? Lo ha espresso al meglio un sacerdote, teologo, del Cottolengo. Si chiama Paolo Scquizzato e ha postato il suo ragionamento su Facebook. Gli lascio spazio perché condivido i suoi sentimenti. Da pessimo cattolico quale sono. Ma soprattutto da cittadino.
«In questi giorni in Italia non si fa che parlare di ‘diritti civili sì, diritti civili no’, Family Day, stepchild adoption, ecc…
La Chiesa a riguardo sta assumendo una posizione ideologica impressionante. Uno degli slogan risuonati ieri al Circo Massimo a Roma è stato: “A noi la battaglia, a Dio la gloria”, roba da Prima Crociata, dove una frase del genere non sarebbe stata fuori luogo sulla bocca di Goffredo di Buglione, capofila dell’esercito cristiano, che pur di riconquistare Gerusalemme e il Santo Sepolcro – a quel tempo “valori non negoziabili’ – non ritenne disprezzabile passare a fil di spada cinquantamila uomini tra ebrei e musulmani: l’importante in fondo era affermare la ‘Gloria di Dio’!Mi vergogno di far parte di questa Chiesa in certi momenti…
Non mi ci riconosco, perché anti evangelica, perché infinitamente lontana da quel Gesù che non ha mai cercato lo scontro, non ha mai invitato a lottare per imporre le proprie idee, non ha mai imposto il bene, semplicemente perché il bene imposto s’incancrenisce sempre in una forma subdola di dittatura, perché come in tutte le ideologie, alla fine, diventa più importante l’idea che l’uomo in carne ed ossa. Oggi la famiglia, così com’è intesa da molti di questi cattolici ‘duri e puri’, destrorsi e reazionari, è solo “un’idea” di famiglia, che pur di vederla affermata e riconosciuta son disposti a sacrificare l’uomo concreto, di calpestarne i diritti e la sua libertà.
L’unica “Gloria di Dio”, affermata nel Vangelo, è l’uomo, e questo realizzato, felice, libero di compiere quelle scelte che in coscienza crede possano condurlo al compimento del proprio cuore e quindi del proprio essere persona.
L’uomo del nostro tempo – diceva il grande Bonhoeffer – è ormai diventato adulto. Non necessita di prediche, ammonimenti, ammaestramenti, su come vivere e su cosa scegliere, lo sa benissimo; ma di essere amato sì, perché di questo anche gli adulti non cessano di averne bisogno.
Sogno una Chiesa che dismetta i panni di “maestra”, e indossi quelli di viandante, compagna di viaggio di tutte le donne e gli uomini che fanno fatica a vivere; che si curvi sulle loro ferite, li faccia sentire semplicemente preziosi, amati appunto, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o il credo professato, che ridoni loro una vera libertà. Sogno una Chiesa che inviti i cristiani a riempire le piazze per dire no a un razzismo dilagante, ad un’economia che uccide, ad una politica guerrafondaia e che rimetta al centro i più poveri.
Sogno una Chiesa che ritorni al Vangelo e smetta di far politica».
Don Paolo Scquizzato
Ma nel Vangelo dove sta scritta sta stupidata che l’uomo sia “libero di compiere quelle scelte che in coscienza crede possano condurlo al compimento del proprio cuore”? Don Paolo puoi citare i versetti per favore?
Che un sacerdote affermi che “L’uomo del nostro tempo non necessita di prediche, ammonimenti, ammaestramenti, su come vivere e su cosa scegliere, lo sa benissimo” è veramente preoccupante. Ma cosa ci sta a fare lui allora? E poi questo scritto non è anch’esso una “predica, ammonimento, ammaestramento”? E poi, se l’uomo di oggi “sa benissimo” come vivere perché tante divisioni, tante violenze, tante insoddisfazioni, tanti suicidi, tanti psichiatri e psicofarmaci, etc. etc.?
Mi stupisce molto quello che scrive don Paolo.
Lui vede “la Chiesa che prende una posizione ideologica impressionante…”
Lui dall’interno la vedrà così, ma io dall’esterno vedo che la Chiesa della tematica unioni civili e affini non si sta occupando per nulla.
Infatti, a Torino su circa 100 parrocchie nessuna ha organizzato la trasferta a Roma.
Al Family day c’erano i cittadini, non i parrocchiani. C’erano i cittadini che, guardando alla Costituzione e protetti dal bombardamento mediatico pro unioni e pro gay, hanno pensato al bene della nostra società. Molti chiedono che si sia più aderenti al pensiero di Papa Bergoglio. Concordo.
Ecco di seguito il suo pensiero sul tema.
Testo lettera Card. Bergoglio.
Quando nel 2010 il Senato argentino si espresse favorevolmente per una legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (che poi fu approvata) l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio inviò ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires la seguente lettera.
Buenos Aires, 22 giugno 2010
Care sorelle,
Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia.
Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.
Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.
Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità.
Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà.
Per questo mi rivolgo a Voi e chiedo preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni contingenti, ma secondo ciò che la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro e per le loro famiglie che il Signore li visiti, li rafforzi e li consoli. Pregate affinché i senatori facciano un gran bene alla Patria.
Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.
Grazia per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi.
Con affetto
Jorge Mario Bergoglio, S.J.
Grazie per questa riflessione pacata e documentata. In effetti, checché molti “pompieri” dicano, la Chiesa è molto lacerata, divisa e in imbarazzo su questi temi. Ancora una volta mi pare che l’intuizione di Pietro Prini – «Lo scisma sommerso» – sia drammaticamente di attualità. Il dibattito, rimango convinto, va deconfessionalizzato. Per il resto – fermo restando che sono i minori ad aver diritto a una famiglia e che nessuno ha il diritto di avere un figlio (pratica orribile l’utero in affitto) – penso abbia ragione Marco Travaglio nel suo ultimo editoriale sul tema. Sarà antipatico a molti, ma – in questo caso – vede giusto.