Con la solita permanente gazzarra democratica (nel senso che non siamo proprio capaci a discutere sui temi sensibili se non ideologicamente) il nostro Paese ha una nuova normativa sulle Unioni civili. La cronaca racconta i dettagli (intanto ecco un’opportuna scheda presente sul sito del Sole 24 per capire le novità introdotte dalla nuova legge e documentarsi). Il premier Renzi e il ministro Boschi parlano di un giorno storico e di festa. E per molti aspetti hanno ragione. Sono credente, vivo (ci provo, almeno) il matrimonio cristiano e – posso dirlo senza che qualche ultraortodosso mi sbrani? –  la Cirinnà non mi disturba. Rimangono in me tutti i dubbi sulle adozioni, ma “dipende”. Su questo verbo, “dipende”, Concita De Gregorio ha scritto un articolo che mi ha fatto molto riflettere nel marzo scorso e che suggerisco caldamente di leggere sui diritti dell’amore e dei bambini: potrà piacere o non piacere, ma è così. Dipende, e non è relativismo.

Ciò che invece trovo da tempo una solenne presa in giro (della Costituzione e delle famiglie, di qualunque tipo esse siano) è il sistemuccio delle detrazioni familiari che in Italia è praticamente inesistente, nonostante governi di rette personalità democristiane, con tanto di epigoni graditissimi oltre Tevere, nonostante promesse su promesse. Nulla. Oltralpe, da anni, esiste il “quoziente familiare”. E la Francia è laicissima e multiculturale. Tant’è, per esempio, che c’è pure una federazione, Familles de France (aconfessionale, apartitica), che vigila con grande attenzione perché non venga toccato quel principio universalistico delle politiche familiari sacro (questo sì) a Parigi: chi ha figli paga meno di chi non ne ha, qualunque sia il suo reddito, perché la famiglia ha rilevanza sociale «anche se non è povera». Da noi no, perché non siamo (o non siamo ancora) un Paese normale. Quando potremo dire anche per questi motivi che sarà un giorno storico e di festa per l’Italia?

1 COMMENTO

  1. La Cirinnà è legge e doveva entrare in vigore il 6 Giugno. Visti i previsti ritardi, per i soli omosessuali l’ attuazione è stata stabilita per il 6 Luglio. A tutt’ oggi il decreto attuativo ancora non ha visto la luce. Non potevano prepararlo per tempo? Il problema, come quello che viene esaminato nell’ articolo, è che in questo paese la burocrazia la fa da padrona. Poi ci si stupisce che gli investimenti da parte di aziende straniere latitano.

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