È scisma? Pensavo, con l’età, di diventare più accondiscendente con le debolezze di Santa Romana Chiesa. Invece, non le sopporto più. Non si tratta di spocchia, d’indifferenza, di capricci. È che non sono più disposto a trangugiare. Da quando sono maggiorenne mi sento ripetere: “Turati il naso, porta pazienza”. Anche in politica, ricordate Montanelli? Tant’è che, cretino, mi arrabbio regolarmente e ci sto pure male. La polarizzazione che si è creata con il papato di Francesco ha determinato l’emersione di uno scisma, inutile girarci molto attorno. Non è più questione di sfumature, è sostanza. Le sponde sono inconciliabili, checché si dica. Una Chiesa unica con pluralità di sguardi? Datemi argomenti convincenti, io non riesco più a crederci.
Scisma sommerso o emerso?
Lo spartiacque della pandemia ha esasperato ulteriormente toni, posizioni, linguaggi ostili. Pensiamo alla questione, legittima, del diritto di culto. Messa sì o messa no. Non è in discussione l’Eucaristia, per un cristiano. Ma se un vescovo – prendete monsignor Derio Olivero di Pinerolo, per esempio – propone per due settimane la sospensione delle liturgie «come sacrificio per il bene comune» in zona rossa, chiedendo di recuperare la spiritualità perché i riti non si svuotino di significato? Apriti cielo, c’è chi lo critica riempiendolo di insulti sul sito della diocesi, si agitano le sottomesse costanzemiriano, s’inalberano le inflessibili nuovebussolequotidiane. E gli omuncoli che non lo conoscono, mentre ci sono, per non sbagliarsi tuonano che è “pro gay” e che vuole distruggere la Chiesa riducendola a una ong.
E le creature dei valori non negoziabili?
In testa svetta l’insopportabile arcivescovo ex nunzio Carlo Maria Viganò: scrive urbi ed orbi al popolo americano esaltando Donald Trump, sostenendo che il cattolico Joe Biden è mosso da Satana, parlando di complotti fin dai tempi del Concilio Vaticano II, di deep church anticristiana, di deep State, di luce contro le tenebre (e, sotto sotto, è pure negazionista). E manda videomessaggi come se fosse De Gaulle da Radio Londra pensando di essere l’unico vero baluardo della cattolicità: ridicolo e penoso.
Sono davvero curioso che questi signori (laici e prelati inamidati) mi spieghino con calma perché sarebbe alfiere della famiglia un tycoon che ama gli harem e tocca il sedere (quando si tiene) a segretarie, domestiche e giornaliste. Un cafone e ignorante matricolato che si sta rivelando insuperabile statista nell’accettare democraticamente il risultato dell’election day. E il petulante Viganò gli tiene bordone nel gridare ai brogli. Ma andiamo.
Tutto questo vale anche per i rosari di Matteo Salvini in Italia, intendiamoci bene. O per quelle silenziose persone perbene e timorate di Dio che inneggiano alle sacre radici cristiane mentre saltano da un letto all’altro, evadono le tasse e pensano che sia bene sparare contro i profughi che arrivano sulle nostre coste con l’intento d’invaderci in nome di Maometto.
Scisma, intrighi vaticani e clericalismo
Ancora? Che cosa ho da spartire, mi domando, con un delirante fanatico come padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, che arringa i suoi devoti ascoltatori sulle manovre diaboliche e i piani anticristiani che starebbero dietro al Covid? Esiste qualche vescovo coraggioso che gli tiri le orecchie, qualche media cattolico che s’indigni? E che dire degli intrighi che accadono nella Curia romana, con i veleni a fiumi che scorrono oltre Tevere? Ho letto con divertito stupore la querela con richiesta di danni che il cardinale Angelo Becciu ha fatto mandare ai suoi legali al settimanale l’Espresso. Dieci milioni di euro, come se fosse l’amministratore delegato di una multinazionale: penalizzato, povero top manager, perché non potrà partecipare al prossimo Conclave. Un’arroganza che ha fatto vacillare (poco) persino un alabardiere dell’ortodossia come Aldo Maria Valli, l’ex vaticanista del Tg1 (di formazione Opus Dei) ora impegnato con certosina pazienza quotidiana nell’individuare malefatte epocali compiute dall’eretico e sovversivo Jorge Mario Bergoglio.
Il cancro che sta minando la Chiesa è senz’altro il clericalismo, che si annida spesso e volentieri molto di più nei laici accondiscendenti che nei preti. Poi ci sono vescovi che – direbbe Montalbano – se ne catafottono del laicato. E pur di non perdere posizioni sono pronti a ordinare sacerdoti giovani inadatti, con fragilità psicologiche anche gravi, omosessualità repressa e quant’altro, che trovano nella talare inamidata la corazza per la loro manifesta immaturità nelle relazioni. Cosicché creano danni a ripetizione, naturalmente nell’omertà ecclesiastica. Sesso e denaro, alla fine si finisce lì.
La barca sta affondando?
Ovviamente, non bisogna fare di ogni erba un fascio. Non tutto è così. Ma purtroppo molto è così. Esistono, lo sappiamo, straordinarie esperienze silenziose (di sacerdoti, di comunità, di associazioni e di movimenti). Sono uomini e donne impegnati pancia a terra in attività solidali e di volontariato, spesso di supplenza a croniche carenze del Welfare. Forse il limite sta proprio qui: si è persa una capacità di pensiero e di elaborazione, lasciando spazio ai presunti custodi dell’ortodossia che – come se non bastasse – blaterano contro la Chiesa di Francesco. Io non so se la barca di Pietro stia affondando. Si vedrà (e poi la Provvidenza ci mette sempre una pezza).
Ormai – questo è certo – esistono posizioni inconciliabili nella Chiesa. Teologie, liturgie, approccio con il mondo e con le altre religioni: opposti, senza possibilità alcuna di mediazione. Avete visto le reazioni all’enciclica “Fratelli tutti”? A questo punto, meglio uno scisma. Moltissimi starebbero meglio tra i Lefebvriani, che esistono già. E tanti saluti.
Purtroppo è l’esperienza quasi quotidiana e dominante di chiesa, che nel mio piccolo mi tocca. Con l’avvertenza di non fare di tutte le erbe un fascio, come scrive Antonioli, trovo inaccettabile che ci siano cattolici disposti a schierarsi con tipacci autoritari come Orban, in nome della difesa della presunta ortodossia. E quasi sempre con l’ossessione del sesso e dei soldi, nell’ipocrisia di chi dal pulpito predica in un modo e dietro le sacrestie fa tutt’altro.
Un’analisi feroce ma purtroppo molto vera. Purtroppo questo fenomeno è iniziato non meno di 25 anni fa, all’epoca però se ne accorgevano soltanto coloro che erano ben dentro, Oggi invece è di pubblico dominio e di non facile soluzione
Caro Francesco lo “scisma” è cominciato molto tempo fa quando un polacco venne eletto papa col nome di Giovanni Paolo II. Quando si è presentato sul balcone della basilica di Piazza san Pietro e ha salutato con “Sia lodato Gesù Cristo” io ex seminarista sostenitore della teologia della liberazione ha capito subito che saremmo arretrati di un bel po’. Questo papa ha appoggiato le sette come “Opus Dei” e Comunione e liberazione mettendo in naftalina il Concilio Vaticano II e rispolverando la vecchia teologia dogmatica cara ai conservatori. Noi che siamo cresciuti pregando per il Concilio e sperando nei grandi cambiamenti che avrebbe dovuto portare siamo rimasti defraudati e delusi. I danni che ha fatto questo santo Dio solo lo sa soprattutto in America Latina della quale non ha mai capito niente. Quindi il problema è di vecchia data! Sul resto sono d’accordo su tutto.
Caro Francesco, sempre la Chiesa è stata scossa da turbolenze. Dagli inizi del cristianesimo, ci dicono i Padri, differenze dottrinali l’hanno scossa. Se poi prendiamo la letteratura, accompagnando Dante e Virgilio tra infernali dolenti “ripe e salse”, incontriamo vescovi e papi e teste chiercute in quantità. La chiesa segua chi indica la strada tracciata dal Vangelo e, ascoltando l’ammonizione di Virgilio a Dante: non ti curar di lor ma guarda e passa. Mi stupisce la devozione e l’ascolto a radio Maria da parte di molti credenti, scusabili solo e unicamente per incapacità critica.
Eh troppo facile sperare su Viganò e padre Livio.. non ti sei dimenticato del sinodo panzertedesco della serie “noi siamo la Chiesa giusta e progressista e decidiamo noi cosa è giusto in barba a ciò che può dire Roma”? Nulla da dire in proposito? Non sono forse quelli gli scismatici?..
Caro Luigi, calma. Ragioniamo. Certo, in Germania c’è una situazione particolarmente difficile e tormentata, su cui il Papa è molto preoccupato e che sta seguendo da tempo. E bisogna tenerne conto, ci mancherebbe. Vediamo che succede e dove porteranno quelle posizioni che spiazzano persino Bergoglio (come il sacerdozio femminile e per uomini sposati, per esempio). Però è un altro fronte. I casi che cito io – legati al tradizionalismo e ai suoi eccessi – sono conseguenze di un provvedimento (incauto a mio avviso) di Benedetto XVI: nel 2007 ha ridato la possibilità della celebrazione in latino, aprendo ai Lefebvriani, senza però mai ottenere da loro una accettazione del Concilio Vaticano II. Tutto questo ha ridato fiato a molti. E lo stesso Viganò, ormai, è più Lefebvriano che altro. Curioso il tuo refuso, Luca: sperare al posto di sparare, quasi un lapsus freudiano. Io non spero né in Viganò né in padre Livio. E neppure sparo: constato soltanto che siamo a livello di delirio. Con argomenti – temo – che non sono riconducibili a unità.
Non credo che il problema “scisma” sia frutto del Summorum Pontificum e del gruppo “tradizionalista”. Ad esempio la Fraternità San Pietro, legata al V.O. si è staccata dai Lefebvriani per fedeltà al Papa. E il citato padre Livio non è certo un sostenitore del V.O. Il mondo tradizionalista ha tante anime, molte spinte da un sincero amore alla Chiesa e altre indubbiamente fuori di testa, ma non c’è un fronte compatto sostenuto da una parte importante di episcopato come sta avvenendo nel sinodo dei vescovi tedesco di ben altra pericolosità. I tedeschi stanno prendendo una strada in barba a ciò che può dire Roma e la stanno perseguendo con teutonica ostinazione. E non sto parlando di futuro, basta andare a Messa in certe diocesi in Germania e rendersi conto che di cattolico c’è rimasta solo la vernice.
Io non nego che in Germania ci sia un problema molto serio, come ho già detto. Ma l’oggetto della mia riflessione è sui tradizionalisti, su cui non la pensiamo nello stesso modo. Il motu proprio del 2007 di Benedetto XVI (chi fosse interessato lo trova cliccando qui) è stato un errore grave: è il meccanismo che ha attivato una serie significativa di guai. Il fronte esiste eccome ed è subdolo, perché carsico. Il citato padre Livio, oltre a sostenere castronerie teologiche – il terremoto o il Covid punizioni divine – de facto segue quella strada. Ci sono manipoli di giovani sacerdoti su quella lunghezza d’onda. E molti credenti. Non mi permetto di giudicare le intenzioni, ma “il sincero amore per la Chiesa” – preconciliare, qui sta il punto – mi spiace Luigi, significa non accettare il Concilio Vaticano II. Delle due l’una, tertium non datur.
Trovo strano che l’interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo sia fatta da un giornalista che crede di saperne di più di chi lo ha fatto! Alludo ai Vescovi e Teologi!!!! Ognuno poi può esprimere liberamente le sue proprie opinioni compresi i padre Livio e i vari Viganò
Caro Razzini, mi aiuti a capire. Sostiene che ognuno può esprimersi liberamente, ma io no? Suvvia, non sono argomenti. E poi, esisterà ben il diritto di critica. Padre Livio e l’arcivescovo Viganò sono liberissimi di dire quello che pensano. Ma io, altrettanto, di dissentire. E anche in maniera indiginata. Ma che idea ha lei del confronto in Santa Romana Chiesa? Non mi faccia pensar male.