Perché la Chiesa di Bergoglio è simpatica
14 Marzo 2017
Ho letto ieri una riflessione di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, pubblicata come editoriale sul Corriere della Sera sui quattro anni di pontificato di Papa Bergoglio. «Per Francesco, la Chiesa deve inaugurare una stagione di simpatia, nel senso profondo e evangelico del termine»: mi ha colpito profondamente questa frase di Riccardi, con cui ho avuto modo di ragionare su questi temi nei giorni scorsi.
È proprio vero. Simpatia, etimologicamente, significa provare gli stessi sentimenti di un’altra persona. Ed è proprio ciò che dice il Concilio Vaticano II nella «Gaudium et spes»: le gioie e le speranze degli uomini e delle donne di oggi sono le stesse dei cristiani. Questa è la Chiesa che non ideologizza la fede e si sa chinare con misericordia sulle piaghe del mondo. Non significa rinunciare alla verità, ma uno stile: la religione non va utilizzata come clava o come muro, ma come ponte. Un pungolo a conoscere meglio le radici della propria identità, perché un ponte robusto – che non deve crollare – ha bisogno di solide fondamenta.