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Lo scisma? Esiste già, inutile girarci attorno

21 Novembre 2020

È scisma? Pensavo, con l’età, di diventare più accondiscendente con le debolezze di Santa Romana Chiesa. Invece, non le sopporto più. Non si tratta di spocchia, d’indifferenza, di capricci. È che non sono più disposto a trangugiare. Da quando sono maggiorenne mi sento ripetere: “Turati il naso, porta pazienza”. Anche in politica, ricordate Montanelli? Tant’è che, cretino, mi arrabbio regolarmente e ci sto pure male. La polarizzazione che si è creata con il papato di Francesco ha determinato l’emersione di uno scisma, inutile girarci molto attorno. Non è più questione di sfumature, è sostanza. Le sponde sono inconciliabili, checché si dica. Una Chiesa unica con pluralità di sguardi? Datemi argomenti convincenti, io non riesco più a crederci.

Scisma sommerso o emerso?

Lo spartiacque della pandemia ha esasperato ulteriormente toni, posizioni, linguaggi ostili. Pensiamo alla questione, legittima, del diritto di culto. Messa sì o messa no. Non è in discussione l’Eucaristia, per un cristiano. Ma se un vescovo – prendete monsignor Derio Olivero di Pinerolo, per esempio – propone per due settimane la sospensione delle liturgie «come sacrificio per il bene comune» in zona rossa, chiedendo di recuperare la spiritualità perché i riti non si svuotino di significato? Apriti cielo, c’è chi lo critica riempiendolo di insulti sul sito della diocesi, si agitano le sottomesse costanzemiriano, s’inalberano le inflessibili nuovebussolequotidiane. E gli omuncoli che non lo conoscono, mentre ci sono, per non sbagliarsi tuonano che è “pro gay” e che vuole distruggere la Chiesa riducendola a una ong.

E le creature dei valori non negoziabili?

In testa svetta l’insopportabile arcivescovo ex nunzio Carlo Maria Viganò: scrive urbi ed orbi al popolo americano esaltando Donald Trump, sostenendo che il cattolico Joe Biden è mosso da Satana, parlando di complotti fin dai tempi del Concilio Vaticano II, di deep church anticristiana, di deep State, di luce contro le tenebre (e, sotto sotto, è pure negazionista). E manda videomessaggi come se fosse De Gaulle da Radio Londra pensando di essere l’unico vero baluardo della cattolicità: ridicolo e penoso.

Sono davvero curioso che questi signori (laici e prelati inamidati) mi spieghino con calma perché sarebbe alfiere della famiglia un tycoon che ama gli harem e tocca il sedere (quando si tiene) a segretarie, domestiche e giornaliste. Un cafone e ignorante matricolato che si sta rivelando insuperabile statista nell’accettare democraticamente il risultato dell’election day. E il petulante Viganò gli tiene bordone nel gridare ai brogli. Ma andiamo.

Tutto questo vale anche per i rosari di Matteo Salvini in Italia, intendiamoci bene. O per quelle silenziose persone perbene e timorate di Dio che inneggiano alle sacre radici cristiane mentre saltano da un letto all’altro, evadono le tasse e pensano che sia bene sparare contro i profughi che arrivano sulle nostre coste con l’intento d’invaderci in nome di Maometto.

Scisma, intrighi vaticani e clericalismo

Ancora? Che cosa ho da spartire, mi domando, con un delirante fanatico come padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, che arringa i suoi devoti ascoltatori sulle manovre diaboliche e i piani anticristiani che starebbero dietro al Covid? Esiste qualche vescovo coraggioso che gli tiri le orecchie, qualche media cattolico che s’indigni? E che dire degli intrighi che accadono nella Curia romana, con i veleni a fiumi che scorrono oltre Tevere? Ho letto con divertito stupore la querela con richiesta di danni che il cardinale Angelo Becciu ha fatto mandare ai suoi legali al settimanale l’Espresso. Dieci milioni di euro, come se fosse l’amministratore delegato di una multinazionale: penalizzato, povero top manager, perché non potrà partecipare al prossimo Conclave. Un’arroganza che ha fatto vacillare (poco) persino un alabardiere dell’ortodossia come Aldo Maria Valli, l’ex vaticanista del Tg1 (di formazione Opus Dei) ora impegnato con certosina pazienza quotidiana nell’individuare malefatte epocali compiute dall’eretico e sovversivo Jorge Mario Bergoglio.

Il cancro che sta minando la Chiesa è senz’altro il clericalismo, che si annida spesso e volentieri molto di più nei laici accondiscendenti che nei preti. Poi ci sono vescovi che – direbbe Montalbano – se ne catafottono del laicato. E pur di non perdere posizioni sono pronti a ordinare sacerdoti giovani inadatti, con fragilità psicologiche anche gravi, omosessualità repressa e quant’altro, che trovano nella talare inamidata la corazza per la loro manifesta immaturità nelle relazioni. Cosicché creano danni a ripetizione, naturalmente nell’omertà ecclesiastica. Sesso e denaro, alla fine si finisce lì.

La barca sta affondando?

Ovviamente, non bisogna fare di ogni erba un fascio. Non tutto è così. Ma purtroppo molto è così. Esistono, lo sappiamo, straordinarie esperienze silenziose (di sacerdoti, di comunità, di associazioni e di movimenti). Sono uomini e donne impegnati pancia a terra in attività solidali e di volontariato, spesso di supplenza a croniche carenze del Welfare. Forse il limite sta proprio qui: si è persa una capacità di pensiero e di elaborazione, lasciando spazio ai presunti custodi dell’ortodossia che – come se non bastasse – blaterano contro la Chiesa di Francesco. Io non so se la barca di Pietro stia affondando. Si vedrà (e poi la Provvidenza ci mette sempre una pezza).

Ormai – questo è certo – esistono posizioni inconciliabili nella Chiesa. Teologie, liturgie, approccio con il mondo e con le altre religioni: opposti, senza possibilità alcuna di mediazione. Avete visto le reazioni all’enciclica “Fratelli tutti”? A questo punto, meglio uno scisma. Moltissimi starebbero meglio tra i Lefebvriani, che esistono già. E tanti saluti.