Il ministro Fontana, la famiglia e noi italiani: vecchi, rissosi e autolesionisti
3 Giugno 2018
Il ministro Fontana e noi italiani: sempre più vecchi, rissosi e autolesionisti. Prendiamo le polemiche dopo l’intervista del neo responsabile del dicastero alla Famiglia sul Corriere della sera. Tutti, o quasi, a dire: è omofobo, perché sostiene che la famiglia naturale è quella dove ci sono mamma e papà. Bang, corto circuito: schiamazzi ideologici diurni e notturni sui social, tutti a prendersi a cazzotti, evidentemente non paghi della crisi istituzionale e del clima orrendo che abbiamo vissuto negli ultimi tre mesi. Non si toccano le unioni civili, i genitori dello stesso sesso vanno benissimo, no sono contro natura. Cosicché, nell’inedita funzione di pompiere, ha dovuto debuttare il ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Non è nel contratto, non rivedremo leggi del passato come unioni civili e aborto». Sono le inquietanti ambiguità giallo-verdi: ci saranno turbolenze, bisogna allacciarsi le cinture.
Il ministro Fontana e noi italiani
Ma noi italiani restiamo vecchi, sempre più vecchi, rissosi e autolesionisti. E il tema della famiglia è la prova provata che l’ideologia genera mostri. Che la questione dell’inverno demografico sia un problema enorme per l’Italia è indubbio. Per cui stiamo a vedere che farà sul punto il ministro Lorenzo Fontana e poi giudichiamo. Iniziative organiche a sostegno della famiglia, peraltro, non sono mai state messe in atto da stuoli di governi democristiani e di centrosinistra: da decenni. Che si debba fare qualcosa per incentivare la natalità nel nostro Paese è fondamentale: le culle sono vuote, gli anziani crescono a vista d’occhio, se non s’interviene andremo a schiantarci. Dove pensiamo di arrivare senza capacità di visione? Qui sarà interessante vedere alla prova dei fatti le politiche del governo Conte rispetto ai migranti e agli stranieri incrociate con quelle in favore della natalità e della famiglia. Osserviamo e valutiamo.
Cattolici in trincea?
Non mi piace il cattolicesimo con la clava, men che meno in merito alla famiglia. Lorenzo Fontana è conservatore, è a favore di una «cultura identitaria», sostiene tesi violente e integraliste. Non mi piacciono alcune sue esternazioni con virilismo padano e le sue foto con la signora Le Pen. Ma il mondo sarà vieppiù l’esito di una contaminazione tra etnie diverse. La Chiesa, poi, è in una fase delicata. La prospettiva di Papa Bergoglio, null’altro che quella del Concilio Vaticano II, riporta alla radicalità evangelica, non certo alle crociate. Difficilmente potranno coesistere nel tempo questi due modelli di Chiesa. Lo sanno bene ad Avvenire e a Famiglia Cristiana, subito in campo con un’intervista a Fontana e con un felpato editoriale. Hanno messo l’accento sull’importanza di misure a sostegno della famiglia, sempre strombazzate in campagna elettorale e poi sempre disattese. Ma glissando sul lato aggressivo dell’uomo politico veronese.
I bambini (e la famiglia) sempre fanalini di coda
A prescindere dalle idee del ministro Fontana (e prendendo per buona la precisazione di Salvini sul fatto che le leggi sulle unioni civili e sull’aborto non si toccano) vediamo che combinerà per il bene comune del Paese. Diamogli un po’ di tempo e poi, nel caso, sbraitiamo con compostezza democratica. Il fatto che i bambini e la famiglia in generale vengano sistematicamente messi all’ultimo posto nell’agenda dei governi italiani ha compiuto il male della società tutta. Non è questione di essere cattolici o non esserlo. È questione di dare un futuro al Paese oppure non darlo. Noi italiani – essendo sempre più vecchi, rissosi e autolesionisti – rischiamo ormai di non capirlo più.
Post scriptum
Che noi italiani siamo sempre più vecchi, rissosi (perché ideologici) e autolesionisti è una “non notizia”. Suggerirei che sul tema della famiglia, e comunque sul governo Conte e sul ministro Fontana, tacciano in particolare tutti quei masochisti della sinistra (correnti assortite del Pd e Leu in testa) che ora si stracciano le vesti. Farebbero bene a pensare alla loro autodistruttiva demenza (senile, va da sè). Facciano una gigantografia della vignetta di Ilaria e Bobo (è stata disegnata da un ammiratore di Staino, Maurizio Zacchi il primo giugno) e la mettano vicino al comodino. Se quelle creature sono qui è perché Matteo Renzi stava loro «sulle balle». Intanto, con le cinture allacciate, potete curiosare sul blog del ministro Lorenzo Fontana cliccando qui.