Da Dio a Trump e ritorno

13 Maggio 2025
Da Dio a Trump e ritorno. Sono stato a New York subito dopo Pasqua, pochi giorni, per incontrare una figlia impegnata all’Onu. Con l’intento di leggere in viaggio il volume di Massimo Faggioli, Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana (Brescia, Scholé Morcelliana, 2025, pp. 240, euro 19). Un saggio molto interessante, di uno studioso italiano docente alla Villanova University di Philadelphia. Desideravo capire, approfondire. Poi, un lutto familiare mi ha riportato di corsa in Italia. Ma ho potuto gustare il libro. L’elezione di Papa Leone XIV, inoltre, mi ha dato ulteriori elementi di riflessione.
Da Dio a Trump e ritorno
Faggioli non sta in superficie. «Le conseguenze del trumpismo – scrive – vanno oltre la politica e costituiscono un vulnus (in buona parte autoinflitto) per la storia della Chiesa americana. È prova del fallimento del cattolicesimo istituzionale negli Stati Uniti e un tradimento e perversione della tradizione intellettuale cattolica che in America ha avuto profeti come Doroty Day, Thomas Merton, i fratelli Berrigan, le suore e laiche missionarie assassinate in America Centrale».
Non solo. «L’elezione di Trump per un secondo mandato – aggiunge Faggioli – rappresenta un altro passo nella metamorfosi della Chiesa cattolica americana in qualcosa di simile al “white Evangelicalism”, una Chiesa con l’anima di un partito politico etno-nazionalista, in cui i legami di comunione con il Papa e la comunità cattolica globale sono sub condicione».
La geopolitica e il Vaticano
Trump ha fatto breccia anche nelle comunità etniche cattoliche. C’è adesso l’elemento in più di Robert Francis Prevost, primo Papa americano, a riposizionare la geopolitica mondiale. Camminando verso Times Square s’incrociano enormi billboards (cartelloni pubblicitari) con la scritta «Jesus I trust in you». Il professor Faggioli è molto chiaro: «In America c’è ancora una fame di spiritualità, di comunità e di Dio che viene sfamata in modi nuovi anche sulla scena politica. Il movimento populista di Trump è una risposta – semplicista, violenta e vendicativa finché si vuole – non solo alle incertezze economiche e sociali dell’America. È anche una risposta a quella ricerca di senso che emerge da un ordine del mondo, anche religioso, ecclesiale e cattolico, visibilmente alle corde».
In realtà tutto il mondo progressista dovrebbe ragionare sulle esagerazioni ideologiche e della cultura woke che ci hanno portato fin qui. Da meditare, in qualche modo, anche il breve ma intenso speech che Michele Serra ha pronunciato recentemente su La7 :
I mesi e gli anni a venire
Da Dio a Trump e ritorno. Adesso, con Leone XIV, la musica potrebbe cambiare. Dalla Cappella Sistina, in qualche modo, è arrivato un messaggio molto chiaro agli Stati Uniti, epicentro della crisi d’identità dell’Occidente con cui la Chiesa non si identifica più ma da cui non riesce a staccarsi. Pace e informazione disarmate e disarmanti: davvero una bella sfida.